Greta Thunberg: il sistema si tinge di verde

Mi ha colpito moltissimo la notizia che Greta Thunberg, la giovane ragazza con la sindrome di Asperger balzata alle notizie per i suoi scioperi contro il surriscaldamento globale, per sensibilizzare i governi a fare qualcosa per porre rimedio prima che sia troppo tardi, sia alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima negli Stati Uniti in una barca a vela guidata nientepopodimeno che…..rullo di tamburi….Pierre Casiraghi, che tra un resort e l’altro non si è certo sprecato a preoccuparsi per l’ambiente e che con il suo shopping di alto lusso è uno di quei personaggi che sicuramente non abbraccia appieno la filosofia della decrescita, premessa assolutamente necessaria secondo me

per salvare davvero l’ambiente e ridurre sul serio, non a chiacchiere e manifestazioni spettacolari, il surriscaldamento da anidride carbonica.

Questo è uno degli esempi più lampanti di quella che Naomi Klein, nel suo libro “No Logo”, chiama cooptazione. Pierre Casiraghi è solo il più attuale di una folta schiera di rappresentanti del sistema consumistico altamente impattante che stringe la mano alla ragazzina svedese odierna paladina dell’ambiente con tanto di fotografie diffuse in mondovisione e la domanda sorge spontanea: se questi personaggi non hanno nessuna intenzione di cambiare gli stili di vita propri e dei paesi che amministrano e continuano a blaterare di crescita e di rilancio dei consumi, a quale scopo mostrarsi amici di una piccola Asperger che cerca di abbattere tutto ciò che loro vogliono implementare? Logica vorrebbe che inveissero contro Greta e la umiliassero rendendola innocua, mostrando l’insensatezza delle sue battaglie perché lei non si preoccupa minimamente “di tutti i posti di lavoro che verrebbero persi se tutti vivessero come lei”, in realtà perché non si preoccupa minimamente di tutti i profitti che le elite finanziarie non potrebbero ovviamente più fare se tutti vivessero come lei, ma questo si pensa e non si dice.

Il sistema in realtà non funziona così, se va avanti imperterrito nonostante l’alto rischio che sta costituendo alla nostra specie e a molte altre su questo pianeta. Il sistema è molto, molto più furbo di così.

Per capire meglio dobbiamo renderci conto di chi sia Greta Thunberg e cosa rappresenti: Greta ha la sindrome di Asperger, il che significa che ha un interesse elettivo e niente e nessuno può distoglierla da questo. La sindrome di Asperger è così, funziona esattamente così: qualcosa cattura la tua attenzione e non puoi fare a meno di pensare e informarti e diventare esperto di quella cosa. Greta è stata catturata dal tema cambiamento climatico e non esiste modo, né minacce né blandimenti di vario genere che la possono allontanare da questo. Greta è giovane e a livello simbolico rappresenta quelle nuove generazioni con cui le nostre non sono state minimamente solidali, per dirla con Maurizio Pallante. Le nostre generazioni hanno pensato a godersela e non hanno minimamente pensato a cosa lasciavano a quelli che sarebbero venuti dopo: che terreno avrebbero trovato? Che aria avrebbero respiratp? Che clima avrebbero trovato? Le nostre generazioni hanno pensato solo al proprio tornaconto, non hanno rinunciato a niente in nome di quelli che sarebbero venuti dopo. Ecco Greta è una di quelli che “sarebbe venuta dopo” e ci sta chiedendo simbolicamente perché non ci siamo preoccupati anche di lei, oltre che delle nostre pance. Questa è la forza del messaggio di Greta, perché esso ci mette di fronte alle nostre responsabilità, inevitabilmente ci fa fermare a riflettere. Questo è il motivo per cui il sistema è entrato in allarme e si fa vedere amico con lei: combatterla frontalmente lo smaschererebbe e la gente forse si accorgerebbe di cos’è veramente. Allora si muove per cooptare la ragazzina: ecco Macron il megaliberista che le stringe le mani, ecco Casiraghi il megaconsumatore che la accompagna in barca a vela negli Stati Uniti perché la barca a vela è meno impattante dell’aereo. E così la rendono inoffensiva, un motivo di consumo in più, magari di barche a vela “per sentirsi un po’ più verdi come Greta”.

Povera Greta, la piccola Asperger davvero motivata a salvare il pianeta. E’ troppo complesso quel gran furbone del sistema per sconfiggerlo così facilmente. La cooptazione c’è sempre stata, di recente basta pensare alla musica rap: una musica di protesta e di disagio della gioventù afroamericana che ancora vive ai margini della società statunitense diventata cosa? Un gingillo dei giovani discotecari bianchi che si sentono fighi ad ascoltarla. Anche il rap portava dentro energia di rottura, di rabbia verso il sistema e forse poteva funzionare per aggregare masse di gente arrabbiata che poteva dire “basta”. Allora il sistema lo abbraccia, lo loda, lo sbroda e così lo svuota di tutti i suoi significati. Cambiare tutto per non cambiare niente: la lezione del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa non è ancora cambiata.